Il 90 per cento degli imprenditori e dei manager del Nord Est sono favorevoli a rimanere nel sistema monetario disegnato dall’Euro. Lo rileva un’approfondita ricerca della Fondazione Nord Est condotta a giugno 2017 e resa pubblica nei giorni scorsi.
Per la maggioranza dei 619 intervistati tra Veneto, Fiuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige, l’Euro costituisce un asset, cioè un vantaggio competitivo e i problemi del Paese non sono riconducibili alla moneta unica.
Le minacce che invece preoccupano il mondo imprenditoriale del Nord Est risiedono invece nell’instabilità globale dovuta principalmente al terrorismo e ai conflitti, ma anche il rischio di riduzione degli scambi economici internazionali e l’estrema volatilità dei mercati finanziari, delle materie prime e delle valute. Al contrario, sono pochissimi a temere gli effetti negativi della Brexit sul proprio business.
Per la maggioranza degli intervistati, l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea determinerà nuovi equilibri politici, avrà conseguenze limitate alla Gran Bretagna e ripercussioni sugli scambi internazionali che, tuttavia, non avranno un impatto diretto sull’economia nordestina.
Infine, tre imprenditori su quattro si dicono favorevoli all’adozione di politiche comuni tra i Paesi in modo bilaterale o comuqnue senza attendere l’adesione contemporanea di tutti i 28 (27 dal 2019). Di fatto, lo sviluppo di azioni comuni con accordi specifici tra i Paesi che decidono liberamente di aderirvi sancisce la cosiddetta Europa a due velocità.
Qui il report della ricerca elaborata da Fondazione Nord Est.